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Camposanto Monumentale

Ultimo edificio ad essere realizzato sulla piazza, sul finire del secolo XIII, ad opera di un Giovanni 'maestro aedificante', il cui nome è ricordato in una lapide posta a sinistra dell'ingresso - il Camposanto fu concepito inizialmente come chiesa-cimitero annessa alla cattedrale, per ospitare le sepolture dei pisani all'interno e intorno agli edifici monumentali.

A pianta rettangolare, è una grandiosa galleria che si presenta all'esterno chiusa da un lungo prospetto decorato ad archi ciechi e da due portali, e all'interno con un quadriportico con pilastri ed archi che affaccia sul prato dell'antico cimitero.

Con la realizzazione successiva di decorazioni pittoriche e scultoree e la collocazione delle tombe di alcune tra le più celebri personalità cittadine, si trasformò in un vero e proprio monumento sepolcrale, continuamente arricchito dall'aggiunta di opere antiche e medioevali.

Ai primi del '300 venne iniziato un grande ciclo di affreschi che rivestivano l'intera superficie interna dell'edificio e che costituivano il più grande complesso di pitture murarie medioevali. Ad esso collaborarono, tra gli altri, Buonamico Buffalmacco, Taddeo Gaddi, Andrea Bonaiuti, ai quali si aggiunse, nel XV secolo, il contributo di Benozzo Gozzoli.

Dopo i danneggiamenti subiti durante l'ultima guerra, si intraprese un lungo e complesso restauro che determinò il distacco delle opere dai muri, la scoperta delle sinopie – conservate oggi in un apposito Museo, ospitato all'interno dello Spedale Nuovo della Misericordia – e la nuova sistemazione lungo i corridoi e nella cosiddetta 'sala degli affreschi'.

Il ciclo pittorico degli affreschi è collocato in due sale a metà del braccio settentrionale. Nella prima, una serie di grandi fotografie in bianco e nero riproducono la collocazione originaria. Nella seconda, detta appunto 'sala degli affreschi', sono esposte le opere restaurate: il Trionfo della Morte, il Giudizio Universale, l'Inferno, la Strage degli anacoreti nella Tebaide - eseguite probabilmente da Buonamico Buffalmacco - il Paesaggio di Taddeo Gaddi, la Crocefissione del Maestro della Crocefissione.

Non rimane quasi più niente, invece, della più grande impresa pittorica di Benozzo Gozzoli, il ciclo delle Storie del Vecchio e del Nuovo Testamento, gravemente compromessa dall'incendio che si sviluppò in seguito ai bombardamenti del '44.

Le varie scene del ciclo furono illustrate da Domenico Landini, in un libro di incisioni pubblicato a Firenze nel 1812. Quest'opera, eseguita nell'arco di quindici anni, doveva rappresentare il massimo capolavoro dell'artista per la complessità del racconto, la ricchezza degli eventi rappresentati, l'attenzione alla descrizione del paesaggio e dell'architettura.

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