Nel 44 a.C. la notizia dell'assassinio di Giulio Cesare, che con la sua condotta si era procurato molti nemici, avrà una un effetto sconvolgente per Roma. Mentre i congiurati sono costretti a scappare in tutta fretta dalla città sarà proprio in questo punto, al centro del Foro, che il popolo di Roma, profondamente commosso, gli dedicherà l'ultimo omaggio.
Qui si trovano oggi i resti del tempio del Divo Giulio, il “divino” Giulio. Il suo corpo venne cremato proprio in questo luogo e Augusto, suo figlio adottivo, vi fece costruire prima un altare e poi il tempio per rendere omaggio al padre onorandolo come una divinità.
La “divinizzazione” di un uomo, a quei tempi, era assolutamente impensabile, ma Cesare, che aveva avuto molti contatti con i regni d’Oriente dove i sovrani venivano considerati divinità e venerati come tali, sapeva che questo era il modo per avere un potere assoluto.
Non a caso in Egitto aveva fatto innalzare un tempio dedicato a se stesso, e quindi considerato un dio già in vita! In questo modo si era preparato il terreno per la futura divinizzazione.
Da quel momento tutti gli imperatori furono divinizzati dopo la morte e celebrati con dei templi.
Del tempio, purtroppo oggi resta ben poco, a causa dei saccheggi di materiali preziosi nei secoli seguenti. Si vede solo una struttura a forma di semicerchio e ciò che resta dell’altare. Grazie alle immagini su alcune monete romane, sappiamo però che doveva essere davvero maestoso, con un’alta scalinata e sei colonne di marmo sulla facciata.
Ma quello che colpisce di più è che a distanza di più di 2000 anni, c’è ancora chi lascia in questo luogo fiori e messaggi in onore a Cesare.