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Palazzo Farnese (Piazza Farnese)

Al centro della piccola piazza, Palazzo Farnese è il maestoso testimone dei più grandi artisti del Rinascimento: Antonio da Sangallo, Michelangelo, il Vignolae Giacomo Della Porta. È considerato una delle meraviglie di Roma e la sua mole è talmente imponente, da avergli procurato il soprannome di “dado”.

Tutto ebbe inizio col cardinale Alessandro Farnese (il futuro papa Paolo III) che acquistò i palazzi che si trovavano in quel luogo e li demolì per realizzare la piazza e la sua splendida dimora. Commissionò il progetto ad Antonio da Sangallo il Giovane. I lavori iniziarono nel 1514 e quando nel 1546 l'architetto morì, fu chiamato Michelangelo che progettò i primi due piani, edificò il terzo e abbellì la facciata col balcone centrale. Fu un'idea sua a anche quella di costruire un ponte che dalla facciata posteriore, sul Tevere, oltrepassasse il fiume portando a Villa Chigi, detta anche “la Farnesina”, sulla riva opposta. Ma il progetto non fu mai concluso, a causa della morte di papa Paolo III: a ricordarlo, resta un tronco di ponte che passa su via Giulia, sul retro del palazzo. Nei lavori intervennero anche il Vignola e Giacomo della Porta. I materiali da costruzione furono ricavati in parte dagli scavi di Ostia Antica, mentre le travi del soffitto, che dovevano essere lunghe e resistenti furono portate dai boschi della Carnia.

Palazzo Farnese nel corso del tempo ha subìto numerosi passaggi di proprietà: nel XVIII secolo il palazzo divenne proprietà dei Borbone e prese il nome di "Palazzo Regio Farnese". Nel 1860 fu, per un periodo, la residenza di Francesco II di Napoli che aveva perso il Regno. Nel 1911 fu acquisito dalla Francia e poi riacquistato dallo Stato italiano che per 99 anni lo ha affittato a quello Francese per una cifra simbolica. Dal 1874 è la sede dell'Ambasciata di Francia.

Il palazzo si sviluppa su tre piani che si identificano nella splendida, lineare facciata, dove si alternano semplici decorazioni realizzate con mattoni di colore diverso (dovuto ai diversi livelli di cottura) venute alla luce dopo un recente restauro. Resta il dubbio sul perché di una decorazione così disomogenea: la cortina di mattoni andava vista, oppure era di colori diversi perché doveva essere ricoperta da intonaco? Se si pensa ad altri palazzi romani dell'epoca, probabilmente la seconda ipotesi è la più credibile.

Sulla facciata, in bella vista, un'iscrizione in latino ricorda il papa e il cardinale a cui si deve la costruzione del palazzo.

Anche le decorazioni all'interno sono opera di grandi nomi: Daniele da Volterra(il celebre “Braghettone”, l'autore delle “braghe” sui nudi di Michelangelo nella Cappella Sistina), Taddeo Zuccari, e Annibale Carracci.

Il palazzo si fonde armonicamente con la splendida piazza che lo ospita. Piazza Farnese si apre allo spettatore con un colpo d'occhio simmetrico che ha come scenografia la facciata austera e massiccia del palazzo. Ai due lati si trovano due fontane realizzate riutilizzando due grandi vasche prese dalle Terme di Caracalla, con l'aggiunta, al centro, dei gigli, simbolo dei Farnese. Originariamente erano collocate davanti alla Basilica di San Marco e all'inizio, su piazza Farnese ne era stata sistemata solo una, al centro.

Completano la piazza la chiesa Settecentesca di Santa Brigida, una santa svedese che nel 1300 aveva fondato il suo convento in quel luogo; e, di fronte a Palazzo Farnese, il palazzo settecentesco del Gallo di Roccagiovine, iniziato da Baldassarre Peruzzi, nasconde, dietro la struttura massiccia e il grande portone, uno splendido cortile interno e uno scalone monumentale.

La piazza, per lunghi anni, fu il centro di tornei, corride e feste popolari di Roma. Nacquero qui gli spettacolari allagamenti estivi che più tardi resero celebre Piazza Navona.

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