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Bologna: viaggio virtuale in Italia

Cosa fare e cosa vedere a Bologna:

Storia e consigli turistici su Bologna

C’è chi in musica la definisce “Vecchia Signora”, e certamente lo è, anche se Bologna ha il dono di restare perennemente giovane. È sempre stata, infatti, il centro della vita Universitaria, dal 1088 quando vi fu fondata la più antica Università d’Occidente. Fin dal medioevo la vita della città fu influenzata da questa presenza, che le fece meritare l’appellativo di “Bologna la Dotta”. La città è un libro aperto e racconta la sua storia attraverso strade, torri e portici.

Bologna costituisce un importante snodo di comunicazioni stradali e ferroviarie per la sua posizione favorevole, nella Pianura Padana, fra i fiumi Reno e Savena e circondata dai pittoreschi Colli.

La città ha origini antichissime, che risalgono a quasi mille anni prima di Cristo. Felsina era il nome datole in origine dagli Etruschi, che si erano stabiliti nella zona di Villanova poco lontana, dando vita alla ricca civiltà Villanoviana. Grazie a loro Bologna divenne un importante centro urbano che sopravvisse fino all’arrivo dei Galli, sconfitti nel 196 a.C. dai Romani. Fu allora che il nome della città fu cambiato in Bononia.

Odoacre, Teodorico, i Bizantini e i Longobardi si avvicendarono in seguito, fino alla conquista da parte di Carlo Magno. Nel medioevo fu un’importantissima città Comunale che si oppose a Federico Barbarossa, fino a quando, grazie alla pace di Costanza nel 1183, conobbe il suo momento di splendore accompagnato da una forte espansione edilizia e la nascita delle caratteristiche “Case Torri”. L’economia fiorente favorì l’incremento della popolazione e fece sì che Bologna divenisse la quinta città più popolata in Europa.

Le antiche stampe rappresentano Bologna come una città turrita (contava più di cento torri!). La Garisenda e la Torre degli Asinelli, le più note fra le 17 superstiti, sono il simbolo della città, e resistono dal XII secolo, nonostante la loro caratteristica pendenza. La Torre degli Asinelli, la più alta torre pendente esistente in Italia, raggiunge i 90 metri, ma è la Garisenda quella che pende di più fra le due; incompiuta e alta 48 metri (prima di essere mozzata ne misurava 60), era così nota che anche Dante Alighieri la citò nella Divina Commedia .

L’altra celebre caratteristica della città sono i portici: circa 38 chilometri coperti che fanno da cornice a tutto il centro storico. Furono creati nel tardo medioevo, quando la città si era espansa e si aveva bisogno di un modo per allargare gli spazi delle case senza occupare il piano stradale. Così le abitazioni iniziarono a sporgere dal primo piano dando vita a quei pittoreschi camminamenti che costituivano uno spazio privato, di proprietà degli artigiani, ma utilizzato come un suolo pubblico.

Fu un espediente che permise ai commercianti di lavorare ed esporre le merci all’esterno della bottega anche quando le condizioni del tempo erano poco favorevoli. Secondo le norme del tempo, l’altezza dei portici doveva permettere il transito di un uomo a cavallo. Ancora oggi, oltre che contraddistinguere Bologna e le città limitrofe, fanno sì che si possa camminare senza bagnarsi anche quando piove a dirotto!

I numerosi canali attraverso sui potevano transitare le merci, permisero alla città di divenire un grande centro di scambi commerciali. Ma davano anche energia ai mulini, che servivano per la fiorente industria tessile. Oggi dei canali, ormai interrati, resta traccia solo nella toponomastica.

Dopo alterne vicende legate alle lotte fra Guelfi e Ghibellini, nel 1337 si instaurò a Bologna la Signoria della famiglia Pepoli, una forma di governo di primi fra pari, che durò fino a quando, nel 1401 prese il potere la famiglia Bentivoglio.

Nel passato più recente, Bologna fu ferita più volte: prima durante la Seconda Guerra Mondiale che colpì con violenza la città, nodo reso importantissimo soprattutto dalla sua posizione strategica; ma Bologna riuscì a reagire, divenendo un baluardo della Resistenza. Più tardi un’altra ferita fu aperta nel cuore della città, nel 1980, quando militanti neofascisti piazzarono una bomba nella stazione causando una strage in cui persero la vita 85 persone.

La figura imponente del Nettuno, accoglie i visitatori nell’omonima piazza adiacente a Piazza Maggiore, che si apre sull’immensa splendida scena costituita dall’incompiuta Basilica di San Petronio, quinta al mondo per grandezza, voluta dal Comune e costruita in quasi trecento anni.

Poco lontano si trova l’Archiginnasio, uno fra i palazzi più importanti della città. Fu la prima sede dell’Università e ospita al suo interno il Teatro Anatomico, creato per lo studio dell’anatomia, costruito completamente in legno e a forma di anfiteatro.

Tranquilla e appartata, in un abbraccio di portici, si apre piazza Santo Stefano, che prende il nome dal suggestivo complesso romanico delle Sette Chiese: diversi edifici religiosi nati da vicende susseguitesi nei millenni, collegati da un cortile e da un chiostro, sorse nell’VIII secolo là dove già dal II secolo si trovava un tempio pagano dedicato alla dea egizia Iside.

Altrettanto caro ai bolognesi è il Santuario della Madonna di San Luca, che domina la città dall’alto del Colle della Guardia. I volenterosi, i più coraggiosi e spesso gli studenti dopo aver superato un esame, lo raggiungono a piedi attraverso la lunghissima e suggestiva via porticata, lunga ben 3,7 km, naturalmente in salita!

Infine ricchissima è la cultura gastronomica bolognese che godeva di grande fama sin dal medioevo, quando le potenti famiglie si circondavano dei migliori cuochi e la presenza di universitari provenienti da ogni dove non faceva che arricchire la gastronomia.

Già nel Trecento la città era famosa per le sue osterie tanto da aggiungere all’appellativo di “Dotta” anche quello di “Bologna la Grassa”: come rinunciare ai deliziosi Tortellini, nati a immagine dell’ombelico di Venere, alla mortadella, o alle tagliatelle al ragù?

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