Fortezza dell'Albornoz
Con la sua posizione centrale, nel cuore della penisola, il comune di Orvieto è stato sempre molto ambito, nel corso della storia, dalle signorie e dalle casate storiche del Centro Italia. Nel suo territorio, perciò, non poteva mancare una roccaforte che servisse da bastione di difesa.
La Fortezza dell’Albornoz fu fatta erigere proprio a questo scopo dal cardinale spagnolo Egidio Albornoz, eminente figura ecclesiastica del basso medioevo, incaricato dal papa Innocenzo VI di riconquistare i territori in mano alle famiglie nobili dell’epoca.
A quel tempo, infatti, l’autorità della Chiesa in Italia si era affievolita, in conseguenza del trasferimento della sede papale da Roma ad Avignone. Innocenzo VI vide proprio nella figura del cardinale Albornoz la persona giusta per restaurare il potere nello Stato Pontificio, e perciò lo nominò legato e vicario generale.
Il cardinale riconquistò Orvieto ai danni del prefetto Giovanni di Vico, grazie all’apporto di un nutrito esercito di gente d’arme e capitani di ventura, tra cui Ugolino da Montemarte. Quest’ultimo era anche un valido architetto e fu successivamente incaricato dall'Albornoz a sovraintendere all’edificazione della Rocca, iniziata nel 1364.
La storia della Fortezza di Albornoz
Costruita a ridosso di Porta Soliana, la fortezza dell’Albornoz fu più volte distrutta e riedificata nel corso dei secoli, a conferma della sua importanza strategica nel contesto del controllo del territorio orvietano.
Già nel 1395 la rocca fu rasa al suolo dalle fazioni ghibelline ribelli, ma si provvide poco tempo dopo alla sua ricostruzione sotto il papato di Niccolò V, con l’aggiunta della torre circolare, e infine al suo completamento, nel’600, sotto Urbano VIII e Alessandro VII.
Nel frattempo, un’importante innovazione fu apportata nel 1527, con la realizzazione del maestoso Pozzo di San Patrizio, voluto da Papa Clemente VII. Il pontefice, rifugiatosi a Orvieto dopo il cosiddetto Sacco di Roma, temeva un ulteriore assedio da parte dei nemici e perciò ritenne utile escogitare un sistema di approvvigionamento dell’acqua che rifornisse la fortezza in caso di conflitto.
Di pianta quadrilatera e circondata da un fossato con due ponti levatoi, la roccaforte fu interamente edificata con la tipica pietra tufacea locale, dalle tonalità dorate con vaghi riflessi rosacei.
Storia recente: da roccaforte a giardino pubblico
Nel corso del tempo, Fortezza Albornoz andò perdendo la sua funzione prettamente militare. A fine ‘800, infatti, fu ulteriormente modificata per favorirne la fruizione da parte del pubblico.
I fossati furono riempiti nell’ambito dei lavori per la realizzazione della funicolare e fu costruito un anfiteatro con spalti e gradinate, dove la gente poteva assistere a spettacoli e corse di cavalli. Fu proprio in quegli anni che la Fortezza assunse l’odierna veste di parco pubblico.
La Fortezza di Albornoz: una meta imperdibile ad Orvieto
La fortezza dell'Albornoz è oggi adibita a giardino pubblico. Una passeggiata alla Rocca Albornoz è sicuramente uno dei passatempi più rilassanti per chi visita Orvieto, perché è al tempo stesso un’occasione per rilassarsi all’aria aperta, ammirare splendidi panorami e respirare arte e cultura.
Al suo interno, infatti, il visitatore può ammirare l’elegante imponenza della sua struttura e concedersi un po’ di relax all’ombra del verde rigoglioso. Nel contesto della Rocca è possibile ammirare anche alcune bizzarre sculture bronzee di arte contemporanea.
L’aspetto più suggestivo dell’intero complesso turistico è probabilmente l’affaccio panoramico: le floride valli circostanti e le morbide colline che si distendono lungo il fiume Paglia regalano agli occhi un’emozione immediata e rigenerante.
La Fortezza di Albornoz è facilmente raggiungibile da Piazza Cahen e fa bella mostra di sé anche quando è ammirata dal basso, percorrendo il sottostante percorso campestre: così inerpicata sul ciglio della rupe, con le sue imponenti fortificazioni e il massiccio torrione circolare a dominare la scena, si offre a turisti e appassionati in tutto il suo splendore.