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Chiesa di Sant'Andrea

Prima che Orvieto vedesse nascere il suo celebre Duomo (1290), la vita religiosa e comunitaria della città trovava il suo fulcro principale nella Collegiata dei Santi Andrea e Bartolomeo, più nota come Chiesa di Sant’Andrea.

Edificata a partire dal 1013, la Chiesa di Sant’Andrea è ancora oggi uno dei luoghi più amati dagli orvietani e più frequentati dai turisti, grazie alla sua posizione privilegiata, affacciata sull’ariosa Piazza della Repubblica.

Aspetto esteriore della Chiesa di Sant’Andrea

La Chiesa di Sant’Andrea è un mirabile esempio di stile romanico, impreziosito dall’adiacente torre campanaria a pianta dodecagonale. L’intero complesso architettonico è stato interessato da un importante intervento di restauro agli inizi del ‘900, ma come vedremo, la sua storia inizia molto prima, intorno al 1000 a.C.

L’imponente facciata tripartita in tufo presenta, al culmine dell'ampia scalinata d’ingresso, un portale in marmo rosso. Quest'ultimo è impreziosito dalla lunetta con altorilievi di figure sacre, introdotta con il restauro del 1926 a cui si è accennato poco sopra. Altre innovazioni dovute a tale intervento sono rappresentate dalle vetrate del rosone centrale e dalle decorazioni del portico laterale.

Il campanile e il restauro novecentesco

Con il restauro del '26, eseguito ad opera dell’ing. Giovannoni, fu compiuto anche il restyling della torre campanaria. La sagoma dodecagonale si ispira a quella del campanile della Badia dei santi Severo e Martirio, antico luogo di culto appena fuori città. Ulteriore analogia tra le due costruzioni è data dalla merlatura in cima alla torre.

Pregevole la triplice sequenza bifore nella parte superiore del campanile, che offre grande respiro all’intera figura architettonica.

L’interno della Chiesa

L’impianto a croce latina consiste di tre grandi navate pavimentate a marmo e sormontate da capriate in legno. Oltre il transetto, sovrastato da alte volte a crociera, si trova l’abside a pianta quadrangolare, con un organo a canne del ‘900 e un crocifisso in legno di arte contemporanea.

Da ammirare, all’interno della chiesa, il pregevole pulpito dalle geometrie in stile cosmatesco, gli affreschi trecenteschi e i dipinti di arte sacra di scuola orvietana.

I sotterranei della Chiesa di Sant’Andrea

Uno dei principali motivi di attrazione della chiesa S. Andrea è la sua cripta interrata. Sotto le fondamenta dell’attuale struttura, infatti, si svela un tesoro di resti archeologici che risale all’età etrusca di epoca villanoviana: parliamo di circa tremila anni fa.

Lo stupore che si prova nello scoprire, ancora intatte, le basole della strada di un antichissimo villaggio, è pari soltanto alla meraviglia che suscitano i mosaici in tessere vitree della chiesa paleocristiana un tempo presente sul posto, risalente al VI secolo.

È così affascinante scoprire l’intreccio storico delle civiltà che si sono succedute su questi luoghi: i pozzi di origine etrusca, che un tempo fungevano da cisterne per l’acqua, furono successivamente sfruttati dai bizantini per il fonte battesimale della loro pregiata basilica in stile ravennate. E le antiche colonne delle scomparse navate fanno oggi da sostegno dei pilastri dell’attuale struttura.

I sotterranei della chiesa di Sant’Andrea fanno parte della cosiddetta Orvieto Underground, uno stupefacente complesso di cunicoli che attraversa tutta la città, e che un tempo rappresentava parte integrante della vita del paese sulla rupe.

Un’imperdibile attrazione della città di Orvieto

La chiesa di Sant’Andrea è stata testimone di alcuni passaggi cruciali della storia Orvietana, dalla vestizione di Papa Martino IV sul finire del ‘200, alla nomina a cardinale del futuro papa Bonifacio VIII. E fu proprio il Re Vittorio Emanuele III a inaugurare la nuova Collegiata nel 1928, al termine dell’intervento di restauro del Giovannoni.

Oggi la chiesa di Sant’Andrea è ancora uno dei luoghi più visitati di Orvieto, con la sua rilassata atmosfera ricca di arte, cultura e misticità.

Curiosità: le celebrazioni in onore di Santa Maria Assunta, patrona della città a cui è dedicato il Duomo, partono proprio da qui, il 14 di agosto di ogni anno.

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