La chiesa di San Francesco rappresenta uno dei più importanti esemplari dell’architettura religiosa orvietana, per la sua storia, il suo stile e per la sua imponenza.
Edificata originariamente con un’unica navata molto ampia, oggi la chiesa presenta al suo interno una serie di cappelle comunicanti di matrice barocca, che ne hanno modificato l’aspetto complessivo, rendendolo più ricco visivamente ma meno fedele alle intenzioni iniziali.
Le origini del complesso ecclesiastico dei francescani
Quando arrivarono in Orvieto, i frati francescani scelsero il punto più alto della rupe come luogo in cui ritrovarsi e dedicarsi alle proprie preghiere, proprio dove oggi è situata piazza Febei.
L’edificazione della chiesa cominciò nella prima metà del duecento, forse a ridosso della data di morte di San Francesco. Fu proprio il santo, secondo la tradizione, a volere la costruzione dell’antico convento, oggi adibito a biblioteca comunale.
La chiesa è dunque da considerare come il secondo edificio religioso in Italia dedicato a San Francesco, dopo la Basilica di Assisi.
La struttura della chiesa di San Francesco in Orvieto
Di dimensioni particolarmente imponenti per l’epoca, la chiesa di San Francesco fu a lungo considerata alla stregua di un vero e proprio duomo dagli abitanti della città.
La sua facciata con struttura a capanna presenta uno stile romanico con chiare influenze gotiche, rinvenibili anche negli archi a sesto acuto dei portali.
Indubbiamente, la caratteristica che salta subito all’occhio dell’osservatore è la presenza dei due rosoni laterali, inframmezzati da un’apertura centrale di epoca barocca, che forse sostituì un ulteriore rosone.
Il grande portale centrale, impreziosito da un ampio sagrato con scalinata in ciottoli, è contornato da fasce digradanti in pietra locale, disposte secondo una pregevole bicromia in bianco e rosso.
Più semplice lo stile dei portali minori laterali, che pure un tempo dovevano riportare una lunetta affrescata.
Gli interni: dalle origini agli interventi settecenteschi
Come detto, l’interno attuale della chiesa risente dei consistenti interventi di rifacimento realizzati nel corso dei secoli e specialmente in epoca barocca nel ‘700.
L’originario abside quadrangolare figura tuttora a capo della navata, mentre sono di epoca cinquecentesca gli altari laterali voluti dalle famiglie nobili dell’epoca.
Le ampie cappelle intercomunicanti sono uno dei maggiori apporti del restyling settecentesco, a quel periodo si devono anche i pregevoli stucchi alle pareti e il coro in legno. Ad ogni modo, va detto che tali stucchi hanno quasi completamente ricoperto il patrimonio pittorico medievale della chiesa, e infatti oggi rimane ben visibile soltanto un affresco, recentemente riscoperto e restaurato: la vita di San Matteo.
L’affresco sulla vita di San Matteo
Si tratta di un affresco trecentesco di sicuro pregio, realizzato da Pietro di Puccio, che raffigura tre episodi della vita dell’evangelista.
Il primo si riferisce all’episodio più celebre, cioè al suo incontro con Gesù, che gli chiede di abbandonare la sua occupazione di esattore e diventarne apostolo. Meno consuete le illustrazioni relative all’addomesticazione di due draghi e all’episodio in cui il santo fa risorgere Ifigenia.
Una curiosità è rappresentata dal fatto che il dipinto recava delle scritte, oggi quasi del tutto illeggibili, che riproducevano le parole pronunciate dai personaggi raffigurati: per questo motivo questo affresco viene anche considerato come antesignano della moderna arte del fumetto.
Un luogo in cui arte, storia e fede si confondono
La chiesa di San Francesco in Orvieto non risulta sempre aperta al pubblico, ma chi ha l’opportunità di visitarne gli interni può osservare la mescolanza di stili di epoche diverse.
L’esterno della chiesa, anche per la sua vicinanza all’attuale Duomo, merita di per sé una visita, per il suo intenso carico di storia e misticità e per la particolarità del suo stile, imponente e originale allo stesso tempo.