A spiccare, sotto le raffinate arcate, è soprattutto il Perseo, capolavoro di Benvenuto Cellini. Questi di ritorno dalla corte francese, ottenne l’incarico direttamente da Cosimo I de’ Medici che non esitò a servirsi del talento dell’artista più acclamato del momento.
La gigantesca statua in bronzo, alta più di tre metri, raffigura Perseo in equilibrio su una gamba sola, che offre agli spettatori la testa mozzata di Medusa come un orrido trofeo: l’opera offriva un chiaro messaggio politico, mostrandosi come minaccia e presagio per tutti i nemici della dinastia, annunciando la fine delle aspirazioni repubblicane della città.
Cellini usò tutto il suo talento di orafo nella descrizione minuziosa di alcuni dettagli dell’elmo, dell’elsa della spada, delle alette di Mercurio ai piedi dell’eroe, e nel contorto intreccio dei serpenti sulla testa recisa di Medusa.
Quando la statua apparve sotto la Loggia suscitò nei fiorentini un entusiasmo incredibile, tale che messaggi di lode, poesie e frasi di ammirazione furono per giorni lasciati ai piedi dell’opera. Cellini racconta nelle sue memorie l’epica fusione del Perseo, descrivendola come una movimentata e furibonda battaglia contro le fiamme, in un’atmosfera febbricitante ed eroica.