Ponte Vecchio
Ponte Vecchio è il più famoso dei sei ponti di Firenze, una delle immagini più note della città; è incredibilmente pittoresco da ammirare in lontananza e attraversarlo è altrettanto suggestivo! Oltrepassa l’Arno nel punto più stretto e quasi non assomiglia ad un ponte per il suo caratteristico profilo con le numerose botteghe sovrapposte che si sporgono sul fiume e che con le loro vetrine scintillanti, fanno ala al passaggio di chi lo attraversa.
Un ponte, realizzato in pietra e legno, doveva già esistere in epoca romana: era quello che permetteva l’ingresso alla città di Firenze dalla via Cassia; ma il fiume ebbe spesso la meglio e ponte Vecchio subì almeno due ricostruzioni fino al 1300, l’ultima fu rivoluzionaria, perché rispetto alla tecnica romana, fu sostenuto da arcate che non incurvavano eccessivamente il piano stradale, dette “a sesto ribassato”: proprio grazie a questo espediente architettonico il ponte si è conservato nel suo splendore fino ai giorni nostri! L’originalità di ponte Vecchio, sta nel fatto che non si tratta solo di una semplice struttura funzionale all’attraversamento del fiume, ma è al tempo stesso una strada, un mercato, una piazza, cresciuto nel corso dei secoli in maniera anarchica sfidando l’irruenza del fiume e le leggi della fisica!
Ma quale è stata la metamorfosi di Ponte Vecchio?
Sin dalla sua ricostruzione, nel 1345, fu previsto che sui lati fossero realizzate 43 botteghe, perché venissero date in affitto ad artigiani e mercanti; verso la fine del Quattrocento, quando queste furono vendute ai privati, cominciarono a trasformarsi con aggiunte, soprelevazioni e terrazzini. La legge del tempo però, non permetteva di invadere l’asse stradale, perciò le botteghe si estesero verso il fiume sorrette da sottili pali di legno, dando quasi l’impressione di essere sospese nel vuoto, alterando in maniera caotica, ma in modo assolutamente suggestivo l’originale struttura architettonica.
Nel 1400 il ponte era quindi popolato da vivaci e chiassose botteghe di ortolani, macellai e pescivendoli, tutte attività che producevano rumore e cattivo odore: fu allora che il duca Ferdinando I decise di concederle in uso esclusivo agli orafi ed agli argentieri, proprio per rendere il ponte più elegante e pulito, soprattutto perché in quel periodo Firenze si andava trasformando in quel grande centro della cultura rinascimentale che la renderà famosa in tutto il mondo ed il ponte diventava una meta obbligata per gentiluomini e forestieri di passaggio. Quest’ultimo mutamento trasformò per sempre ponte Vecchio dandogli l’aspetto per il quale ancora oggi è noto ai turisti: le caratteristiche vetrine che espongono merci preziose, chiuse da piccoli sportelli di legno dalla foggia antica.
Passeggiando sul ponte, la vista si apre improvvisamente tra le botteghe in uno spettacolo mozzafiato, grazie alle due ampie terrazze centrali che si affacciano sul fiume. Nello spiazzo che guarda verso il ponte di Santa Trinità fu realizzata nel 1900 una fontana con la statua di Benvenuto Cellini: un omaggio allo scultore ma soprattutto all’orafo più famoso di Firenze. Qui un’usanza, che è stata alimentata soprattutto di recente, vuole che le coppie affidino il loro “amore eterno” ad un lucchetto che viene appeso alla cancellata del monumento di Cellini; le chiavi devono essere poi gettate nell’Arno, che diverrà il loro custode per sempre. Questa tradizione ha costretto l’amministrazione, con grande delusione degli innamorati, a stabilire severe sanzioni contro chi applica i lucchetti al monumento.
La trovata più ingegnosa e incredibile nell’evoluzione di ponte Vecchio fu il corridoio Vasariano: un’altra meraviglia del Rinascimento. Prende il nome dal suo ideatore Giorgio Vasari ed è un percorso coperto che passa al di sopra delle botteghe. Il corridoio, fu voluto da Cosimo I de’ Medici per abbellire l’area intorno al palazzo dei “Signori” ed allo stesso tempo costituì un originale stratagemma per collegare gli Uffizi con Palazzo Pitti, la sua dimora oltre il fiume.
Ponte Vecchio col suo passaggio, è particolarmente caro ai fiorentini: forse non a caso, fu l’unico ponte risparmiato dai Tedeschi in ritirata nel 1944 che comunque ne minarono i punti d’accesso isolandolo dal resto della città, proprio il corridoio Vasariano rimase l’unica via per spostarsi fra le due sponde del fiume in quei giorni!
La disastrosa alluvione che colpì Firenze del 1966 resta un ricordo indelebile: l’acqua del fiume, inesorabile, invase ponte Vecchio e le sue botteghe furono sommerse dal fango ma il ponte, a dispetto degli elementi, rimase in piedi ancora una volta e tutt’ora lega la sua immagine a quella della splendida città di Firenze, divenendone il simbolo, giunto fino a noi intatto nella sua singolare bellezza.