Arena di Verona
Famosa quanto Romeo e Giulietta e inferiore per dimensioni solo al Colosseo e all'Anfiteatro di Capua, l'Arena di Verona fu edificata dai Romani nel I secolo d.C., in età Augustea. Il suo nome deriva dalla parte centrale, ricoperta appunto di sabbia: in latino arena, appunto. Come in tutti gli anfiteatri, anche qui si svolgevano le celeberrime lotte fra gladiatori, e le "venationes", le cacce a feroci animali esotici.
L'anfiteatro fu costruito originariamente fuori dal circuito murario di Verona, prima di tutto per questioni logistiche: perché fosse più facilmente raggiungibile da chi arrivava da fuori città (non a caso porta Leoni e porta Borsari furono rifatte, per garantire un corretto afflusso).
Ma la posizione esterna era dovuta anche a motivi di ordine pubblico, dal momento che un edificio così densamente affollato poteva essere fonte di risse e disordini. La struttura è perfettamente in asse, però, con la rete stradale della città, quasi a sottolineare la sua perfetta integrazione con il nucleo urbano.
L'Arena fu inclusa nelle mura solo ad opera dell'imperatore Gallieno nel III secolo, come accadde anche altrove all'epoca delle invasioni barbariche, quando gli imponenti edifici di spettacolo della romanità venivano inglobati nei circuiti murari per rafforzarli e, sebbene perdessero l'antico splendore e la funzione per cui erano stati costruiti, divenivano comunque elementi insostituibili per la difesa.
Sempre secondo le consuetudini medievali, nei secoli successivi l'anfiteatro divenne un'enorme, ricchissima cava di materiale da costruzione di reimpiego, indispensabile per la realizzazione di nuovi edifici in città.
L'Arena, così come si presenta oggi, è il risultato della costante sottrazione dei materiali ma anche del terribile terremoto che colpì la città nel XII secolo lasciando tracce indelebili sul monumento. Infatti, restano solo quattro archi dell'anello più esterno, che costituiva la facciata vera e propria, assolutamente fastosa.
La parte andata perduta aveva tre ordini di arcate in stile tuscanico (lo stesso stile del quarto ordine di arcate del Colossseo) che si sviluppavano su un'altezza di 31 metri. L'ingresso principale, il più imponente, era quello rivolto verso Porta Borsari, il punto d'arrivo della via Postumia. L'anello più interno, invece, ha solo due ordini con 72 arcate tutte costruite in pietra locale bianca e rosata.
L'accesso avveniva tramite 64 aperture: i "vomitori", ma sia la cavea che le gradinate oggi sono state rimaneggiate, tanto da non rendere più l'idea di quello che doveva essere in origine l'anfiteatro: una struttura in grado di contenere circa 30 mila persone!
Gli scavi, effettuati al di sotto della struttura, hanno portato alla luce un complesso sistema idraulico che permetteva di portare l'acqua all'interno dell'anfiteatro per gli spettacolari giochi acquatici, e per ripulire l'arena dai resti delle lotte efferate.
La vocazione allo spettacolo e quella pubblica dell'Arena non si sono mai esaurite nel corso dei secoli. In epoca comunale e con gli Scaligeri, si svolgevano qui i processi e le contese di carattere giudiziario, chiarite per mezzo di lotte corpo a corpo; nel medioevo e fino al XVIII secolo vi si tenevano giostre e tornei, e ancora oggi l'Arena è il celebre scenario della fastosa stagione lirica di Verona.