Viaggio virtuale a Messina, Sicilia

Cosa fare e cosa vedere a Messina:

Messina è la città "Porta della Sicilia". Col suo porto a forma di falce, è sempre stata una città commerciale. È la città più vicina alla Penisola, e nonostante da tempo si parli di costruire un tunnel subaqueo o un ponte, mai realizzato, per collegare la città alla terraferma, superando lo Stretto di Messina, la città è comunque ottimamente collegata al resto d'Italia da un sistema di traghetti.

Fu fondata dai greci che le diedero il nome di "Zancle", che vuol dire "Falce", legato proprio alla forma del suo porto. In seguito la conquistarono i Romani, poi i Bizantini e quindi gli Arabi. Infine arrivarono i Normanni.

Il massimo splendore fu raggiunto da Messina quando, sotto il dominio di Svevi, Angioini ed Aragonesi divenne la capitale del Regno di Sicilia e soprattutto una delle città del Mediterraneo più fiorenti, grazie soprattutto al suo porto ed alla sua vocazione commerciale.

La città di oggi si sviluppa lungo tutta la costa ed è quasi totalmente moderna, soprattutto a causa dei violenti terremoti che l'hanno colpita più volte e dei bombardamenti che la città ha subito durante la Seconda Guerra Mondiale.

Gli edifici attuali si affacciano su vie molto larghe e sono relativamente bassi, proprio perché ricostruiti secondo le norme antisismiche, in modo da limitare i danni causati nel passato dai frequenti terremoti.

Nell'ambito delle feste tradizionali, ogni anno, il 13 ed il 14 agosto, ha luogo la "Cavalcata dei giganti", due giganteche statue a cavallo del moro Grifone e di Mata, la mitica fondatrice della città, percorrono Messina. Il giorno dopo, durante la festa dell'Assunta viene portato in giro per la città un grande carro triofale con figure di cartapesta, trainato da più di mille persone. All'inizio questo grande carro non aveva il significato religioso che ha assunto in seguito.

Nel Museo Regionale di Messina si possono ammirare due delle ultime opere di Caravaggio. Il pittore sbarcò a Messina di ritorno da Malta, dove si era rifugiato dopo aver ucciso con un coltello un uomo nel corso una rissa a Roma nel 1606. Qui egli aspettò invano il perdono papale, che aveva implorato più volte.

Le opere che realizzò nell'isola riassumono lo stato d'animo dell'artista, provato dalla sua esistenza ricca di eventi, dalle forze ormai allo stremo e proiettato verso l'idea della morte. Dipinse l'Adorazione dei Pastori e la Resurrezione di Lazzaro, entrambe caratterizzate dall'immagine della Croce che ritorna, formata dai corpi degli stessi personaggi raffigurati.

Created: 09 Ago 2013
Last update: 13 Lug 2022
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