Il Palatino, a ridosso del foro Romano è il più centrale dei colli di Roma ed ospitava i primi insediamenti umani della città. La leggenda racconta che ai piedi dell’altura si trovava la grotta dove i gemelli Romolo e Remo erano stati allattati da una lupa. Non a caso Romolo aveva scelto proprio il colle Palatino per fondare Roma tracciando un solco sacro e uccidendo suo fratello Remo.
Al di là delle leggenda, gli scavi hanno riportato alla luce resti antichissimi che potrebbero essere davvero i confini di una Roma appena nata. I primi abitanti lo scelsero perché era considerato un posto sicuro, in alto, da qui infatti si controllava l’unico punto guadabile del Tevere ed era una posizione strategica anche per i commerci.
Non è un caso che la parola “palazzo”, derivi proprio da “Palatino”: i Romani più ricchi abitarono da sempre su questo colle, in ville sontuose con mosaici, affreschi e colonnati, lontano dalle zone paludose e dalla folla. Qui vissero quasi tutti i più famosi abitanti di Roma. Più tardi divenne la residenza degli Imperatori.
Il primo fu Augusto, che era nato qui e che voleva abitare nei luoghi di Romolo. Non volle una dimora sfarzosa, gli bastò risistemare alcune case che già esistevano, ma la sua fu una mossa politica perché così i Romani avrebbero collegato il fondatore di Roma, a Ottaviano Augusto, il fondatore dello Stato.
Gli imperatori che vennero dopo seguirono il suo esempio e innalzarono sul colle le loro grandiose residenze. Lentamente la collina si trasformò in un unico, immenso palazzo, il simbolo più alto ed evidente del potere crescente di Roma.
Quando la Capitale dell’Impero diventò Costantinopoli e l’Impero Romano d’Occidente perse gradualmente importanza, il Palatino iniziò ad andare in rovina. Solo l’imperatore Teodorico, che arrivò a Roma nel 500 d.C. decise di restaurare alcuni edifici e stabilì qui la sua dimora, ma un secolo dopo il colle era caduto in abbandono diventando una nuova cava di materiale da costruzione, insieme al Foro.
Nei 500 anni che seguirono sul Palatino sorsero solo chiese, conventi e fortificazioni, finché nel 1500 il cardinale Alessandro Farnese comprò tutto il colle e costruì qui la sua villa. Creò anche un meraviglioso giardino pieno di alberi, piante e fiori provenienti da vari luoghi, realizzando così il primo orto botanico della storia, che ancora, in parte è conservato.
La visita al Palatino è una piacevole passeggiata sulle dolci salite del colle. Si inizia dal tempio della Magna Mater, la dea Cibele, madre di tutti gli dèi, a cui i Romani avevano dedicato un santuario dopo aver vinto contro Annibale. Più avanti si vedono, recintati, i resti delle antichissime capanne del IX secolo a.C., delle quali restano i buchi dei pali nel terreno. Fra queste una è più grande: i Romani credevano che fosse la capanna di Romolo.
Il Palatino custodisce ancora i resti delle residenze di Augusto, primo imperatore di Roma, e della sua famiglia. La Casa di Livia, la moglie dell’Imperatore, conserva ancora il cortile e tre ambienti ricchissimi di preziose decorazioni dai colori vivaci sia sulle pareti che sui pavimenti. La casa di Augusto invece era divisa in due parti: quella pubblica, in cui l’Imperatore si dedicava agli affari di Stato e quella privata, con stanze più piccole, tutte decorate con pitture di grande bellezza.
Le residenze dei successori di Augusto furono assolutamente ricche e fastose. La Domus Flavia, poco più avanti, fu costruita dall’Imperatore Domiziano nel I secolo d.C.. Aveva un grande cortile su cui si affacciavano vari ambienti: una Basilica, una enorme aula Regia dove l’imperatore riuniva il popolo e un’immensa sala dei banchetti.
Adiacente alla Domus Flavia, si trova quella che fu chiamata Domus Augustana, perché “Augusto” era l’appellativo dato agli Imperatori. Questa era la vera e propria abitazione privata di Domiziano. Aveva al suo interno persino uno Stadio privato, un circo lungo e stretto dove si svolgevano le corse dei cavalli. Questo dà un’idea di quanto grandiosi dovessero essere gli edifici sul Palatino.
Anche il panorama che si gode da questo colle era ed è altrettanto eccezionale, con il Circo Massimo e Roma che si aprivano davanti agli occhi degli imperatori: la sensazione dovevano essere davvero quella di avere il mondo ai proprio piedi.