Il nome dell’abitazione deriva dalla splendida statuetta in bronzo che raffigura un fauno, una divinità romana legata ai boschi e alla natura, raffigurato mentre danza e posto a decorare uno degli impluvi, la vasca nell’atrio per la raccolta dell’acqua.
Quest’abitazione che risale all’inizio del II secolo a.C., misura 2970 metri quadri ed è la casa più grande di Pompei. La forma attuale è dovuta a modifiche successive. Si è pensato anche che fosse l’abitazione del nipote del dittatore Silla, al quale era stato dato il compito di organizzare il primo impianto della colonia romana e di fare da mediatore fra i vecchi cittadini e i nuovi coloni.
Per la sua grandezza e per la sua importanza architettonica e decorativa può essere considerata come il più bell’esempio di abitazione privata che l’antichità ci abbia lasciato.
Appena entrati si è accolti dal saluto augurale “AVE”. L’entrata a sinistra dava accesso al settore di rappresentanza della casa, mentre dalla porta a destra si accedeva agli ambienti privati: un atrio con 4 colonne, la stalla, i bagni, le terme e la cucina.
La decorazione, che appartiene al “primo stile” pompeiano, i pavimenti rivestiti con una particolare lavorazione a mosaico del marmo, il mosaico sulla soglia, evidenziano il fatto che questa casa si ispirava più alle domus aristocratiche romane, che alle abitazioni della borghesia locale. Ai lati dell’atrio si trovavano due stanze adibite a triclinio, sale da pranzo chiuse, riscaldate, con vista sul giardino, usate durante i mesi più freddi.
Al centro dell’abitazione si trovava lo splendido mosaico (ora al museo di Napoli) che raffigura la vittoria di Alessandro Magno su Dario re di Persia quasi a voler suggerire un legame tra il sovrano macedone e l’ignoto, colto, ricco proprietario della casa.